Metà Giugno 2015.
“Cara, dove andiamo in moto quest’anno? Facciamo Puglia-Basilicata-Calabria-Sicilia?”
“Ma, guarda, io un viaggio così me lo terrei per quando siamo vecchi..”
“Portogallo?”
“Islanda?”
Silenzio. Quel silenzio di chi sa che finalmente possiamo farcela.
Nel giro di 3 giorni abbiamo chiesto ferie, prenotato traghetto e dato l’anticipo!
Finalmente dopo 4 anni di sfighe atomiche possiamo riuscire a realizzare il nostro sogno: ANDARE IN MOTO IN ISLANDA!
Metà Agosto 2015.
Non ci crediamo ancora, a dire il vero, ma ci siamo!
Dopo 3 giorni (da incubo!!!) di trasferimento fra Italia e Danimarca, finalmente saliamo a bordo della nave Norrona, della compagnia Smyril Line, che nel giro di due giorni ci porta dritti dritti alla nostra meta!
Facciamo anche una piccola tappa sulle Isole Faroer, dove ci siamo ripromessi di tornare!
E qui faccio outing: sono una donna da inverno!
Sono di quelli che amano piumoni, cioccolate calde, vin brulè, guanti, felpe e giubbotti pesanti…quindi potete immaginare la mia gioia nel poter vestirmi così sapendo che a casa c’erano 36°C!!!!
Tra le cose che ricorderò per sempre c’è l’entrata nel fiordo che arriva al piccolo porto di Seydisfjordur in Islanda.
L’aria era così fine e fresca da non crederci.
Io e l’Orso ci guardavamo e ridevamo…dopo due mesi di ansia e risparmio ci siamo riusciti!
L’Islanda è un posto dove chi viene deve accettare di perdere il controllo sugli eventi.
Non c’è una natura che si adatta, non c’è un tempo clemente e soprattutto ci sono pecore molto tranquille che pascolano sulla strada e negli immediati dintorni!
Noi ci siamo ben presto adattati alla natura circostante e siamo partiti alla scoperta dell’isola…..non prima di aver mangiato un’enorme fetta di torta in una caffetteria di Fellabaer che ci è piaciuta subito perché piena di libri usati e vinili, con tanto di giradischi in funzione!
Apro una parentesi sul caffè: in Islanda, come in tutto il mondo, tentano di fare l’espresso ma riescono senza dubbio meglio nell’arte del caffè filtrato. Ecco, adattatevi anche in questo senso, prendete quest’ultimo così vi evitate la delusione dell’espresso all’estero, gli islandesi vi vorranno subito più bene e, particolare non trascurabile, se ne paga una tazza e se ne prendono quante si vuole!
Allora cominciamo l’esplorazione??
Le cascate che ci hanno accolto sono state quelle di Litlanesfoss e Hengifoss, si raggiungono con una passeggiata rilassante dove ci si trova immersi nel verde e circondati da rivoletti di acqua che passano dappertutto!
Noi come ringraziamento abbiamo lasciato una scultura!
E’ tutto così forte e così vivo che si viene sopraffatti, si rimane davvero senza parole!
Io, che son quella dei mille aggettivi diversi, riuscivo solo a dire “bellissimo”…
Il cielo è enorme! Copre più dei due terzi della vista e che il tempo sia bello o brutto poco importa perché i colori rimangono incantevoli.
Il vento è una costante, conviene farselo subito amico e saperci trattare altrimenti in moto si vola via alla prima raffica improvvisa: è freddo, congela le mani e soprattutto è stronzo!
Ci colpiva le moto di fianco facendoci sbandare e anche rischiando di sbatterci a terra nei giorni in cui era fortissimo.
Ed è proprio con il vento che ho avuto i dialoghi migliori nel mio casco, lo ringraziavo per essere meno potente del solito oppure lo mandavo a quel paese se voleva buttarmi a terra…spesso con tanto di gesti al cielo perché vi assicuro che viene un nervoso pazzesco quando non si riesce a governare la moto come si vorrebbe!!
Mi sono innamorata dell’Islanda quando, nei giorni di brutto tempo, mi ha regalato un pezzetto di cielo azzurro fra le nuvole grige per farmi coraggio…istanti che avrei voluto durassero per sempre.
Ma veniamo alle cose serie!
Potevo non proporvi un dolcetto islandese dopo questo inizio di racconto??
Sono stati la mia droga e la mia forza durante le varie tappe del viaggio…ora, invece, sono parte del mio fondoschiena, se proprio devo dirla tutta
Sono gli snuður: una specie di pasta brioche alla cannella avvolta a chiocciola e coperta di caramello morbido o ganache al cioccolato. Al momento non riesco a trovare qualcosa che mi ingolosisca di più!
Il primo morso è stato un colpo di fulmine…e non ci siamo più abbandonati.
PS: Uno dei migliori? Alla panetteria Nesbrauð di Stykkisholmur….un sogno!
- 500 g di farina forte tipo manitoba
- 100 g di zucchero
- 20 g di lievito di birra fresco
- 250 ml di latte
- 70 ml di olio di semi di girasole
- 2 uova medie
- 5 g di sale fino
- 50 g di zucchero
- 100 g di burro
- 5-10 g di cannella in polvere dipende dai gusti
- 400 g di zucchero semolato
- 120 g di acqua
- 175 g di panna fresca
- 55 g di burro
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Sciogliete il lievito nel latte appena tiepido, la temperatura non deve essere sopra i 30°C altrimenti il lievito muore e la brioche resta un mattone!
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Mettete tutti gli ingredienti secchi in una ciotola, mescolate brevemente e aggiungete latte, uova e olio.
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Impastate per 10 minuti o finché l’impasto si stacca dalle pareti della ciotola. Finito l’impasto coprite la ciotola con un panno umido e fate lievitare fino al raddoppio (a me è bastata un’ora e mezza, con 25°C in casa).
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Nel frattempo preparate il ripieno: ammorbidite il burro senza scioglierlo completamente e unitelo allo zucchero e alla cannella mescolando bene in modo da ottenere una crema uniforme.
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Prendete l’impasto lievitato, sgonfiatelo e stendetelo cercando di formare un quadrato di 40×35 cm e spalmate il ripieno di burro su tutta la superficie.
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Tagliate 16 strisce da 2 centimetri circa e arrotolatele in modo da formare gli snuðar, appoggiateli su due teglie coperte di carta da forno ben distanziati l’uno dall'altro, coprite con la pellicola appena appoggiata e fate lievitare un’altra volta fino al raddoppio (sempre indicativamente un’ora e mezza-due).
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Pre-riscaldate il forno a 170°C e fate cuocere gli snuður per 16 minuti, una teglia per volta. Una volta cotti sfornateli e fateli raffreddare su una gratella.
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Mettete in un pentolino l’acqua e lo zucchero e mescolate brevemente. Mettete sul fuoco e continuate a mescolare fino a che lo zucchero si è COMPLETAMENTE SCIOLTO.
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Nel frattempo scaldate anche la panna, è importante che sia molto calda quando è il momento di utilizzarla per il caramello!
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Appena lo sciroppo di zucchero inizia a bollire smettete di mescolare e lasciatelo andare finché sarà diventato di un bel colore ambrato (o raggiunge la temperatura di 180°C), al massimo scuotete un po’ il pentolino se vi prende un po’ d’ansia. Ci vorranno dai 10 ai 15 minuti.
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Abbassate il fuoco e unite con molta attenzione la panna mescolando, vi sembrerà di maneggiare una pozione magica scoppiettante ma basta fare attenzione e ne uscirete senz’altro vivi!
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Sempre a fiamma bassa fate cuocere un paio di minuti mescolando. Infine spegnete il fuoco, unite il burro e amalgamate bene: pronto!
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Glassate gli snuður e...assaggiatene subito uno.
– Gli snuðar rimangono morbidi per un paio di giorni, riscaldateli un po’ nel forno per farli tornare perfetti come appena sfornati.
– Il caramello morbido si conserva, coperto con pellicola a contatto, per due giorni a temperatura ambiente oppure due mesi in freezer in un contenitore ermetico. Riscaldatelo in entrambi i casi prima di usarlo.
– Questi dolcetti, senza la glassa, si posso congelare chiusi in un sacchetto di plastica, quando vi servono metteteli ancora congelati in forno a 180°C per una decina di minuti.
– In Islanda si trovano anche glassati con ganache al cioccolato, ma li ho preferiti di gran lunga con il caramello…sono profondamente golosi: profondamente!
11 Comments
flavia galasso
14 Settembre 2015 at 6:31Premettiamo subitoooooo…in Sicilia spero tu ci venga prima di diventar vecchia…se no mi. Ieri a trovare al cimitero! " bellissimo" è quello che ripetevo sempre e di continuo anche io durante le nostre vacanze….non c'è niente da fare già stare in un posto doveuoi guardare un cielo così grande …..è incredibile! Attendo le altre tappe e ammiro affascinata i tuoi snudar…. E me li sogno!
Cristina Galliti
14 Settembre 2015 at 6:48La tua soddisfazione e forte emozione trasuda da ogni singola parola e poi si materializza in questa golosa realizzazione!!
Ma come diavolo si legge il nome del dolce? 🙂
Giulietta | Alterkitchen
14 Settembre 2015 at 7:45C'è poco da fare, i luoghi che davvero ci conquistano hanno il potere di toglierci la parola (cosa che, per te come per me, è difficile assai).
Io ho "subito" la stessa cosa in Normandia.. da perdere le parole.
Ingannerò questo silenzio mangiando uno snudar!
Giorgia
14 Settembre 2015 at 10:49Il nostro sogno rimane Torino-Capo Nord andata e (possibilmente) ritorno. Ma anch'io, come te, sono donna da inverno, con annesse cioccolate &Co., e l'Islanda è un'altra meta che m'ispira. Anche non in moto. Questi dolcetti sono tra quelle cose che secondo me ti mettono in pace col mondo anche nei giorni peggiori 🙂
Francesca Frankie
14 Settembre 2015 at 15:01Che viaggio ragazza!
Bentrovata con questi dolcetti che emanano un profumo solo ad immaginarli!
viaggiare in moto poi è il top, io ho fatto il giro della Corsica ma visto che sei amante del freddo, non te lo consiglio 😛
un abbraccio
Ilaria Talimani
14 Settembre 2015 at 17:10Condividiamo la passione per il freddo ed ho odiato profondamente parte di questa estate. Ho sempre fatto viaggi a Nord e l'Islanda è uno dei miei sogni. Che natura ci deve essere…foto splendide e racconto coinvolgente ah…dimenticavo e gli snudar?!? Madooooo da morire
marina
14 Settembre 2015 at 20:21E dopo tutto questo siete tornati?!!! L'Islanda l'ho solo sfiorata ma mi è bastato per capire quanto in un posto così entri in contatto con una natura che ti travolge! E dal momento che anche io sono un soggettino invernale so che avrei serie difficoltà a tornare nella mia "calda" terra….Idolci che ci hai descritto mi stuzzicano alquanto!
Patrizia Malomo
17 Settembre 2015 at 12:10Immagino che sia solo la prima puntata, perché io mi sento già orfana del tuo racconto come quando guardi una serie tv che viene interrotta sul più bello. Sei una gioia da leggere e da guardare, le tue note sempre piene di divertimento e gioia di vivere. Non cambiare mai.
PS posso smadonnare su questa ricetta? Vabbè, dai, è colpa dell'astinenza da zucchero.
Un abbraccio gigante.
Anna Luisa e Fabio
23 Settembre 2015 at 12:22Vedo che ti sei messa subito all'opera anche in cucina! Sì, perché in Islanda si mangia anche bene 🙂
Fabio
Fabiana Del Nero
4 Giugno 2016 at 18:45Sì vabbé, io i post li leggo sempre in tempo(sgrunt!) e poi non sai quanto mi scocci sapere solo ora che c'è un posto dove si paga un caffé e se ne bevono millemila!!!
Emozionanti i tuoi scatti, anche a me viene in mente solo bellissimo, in questo caso una sola parola racchiude tonnellate di sfumature.
Racconti in valigia: Ho lasciato il mio cuore in Islanda - There and Back Again
8 Novembre 2019 at 16:12[…] Con voi voglio condividere la ricetta per cui ho perso la testa e che ho rifatto prima di tutte le altre, appena rientrata a casa: gli snudar. […]