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Tutti abbiamo la giornata “no” che ci fa sentire a terra.
Succede anche di essere scarichi dopo una settimana positiva ma intensa.
Oppure il classico hangover, un insieme di postumi dopo una bella serata di cocktails tra amici!

In quei casi si avverte sempre bisogno di qualcosa di buono e caldo che ci faccia sentire coccolati e che ci sistemi la pancia.
Perché, si sa, tutti i sentimenti arrivano al cuore passando dalla pancia.

A casa mia di solito ci si fa un bel brodo di carne mista con le tagliatelle e una tonnellata di Grana grattugiato.
Oppure la minestra di riso che prepara sempre mia mamma quando qualcuno in casa non sta bene.
In Romania invece ho avuto modo di apprezzare una grande ciotola di ciorba dopo una serata impegnativa.
Per non parlare delle migliaia di minestre tipiche in tutta l’Asia e nell’estremo oriente!

In particolare amo le minestre giapponesi che spaziano da brodi trasparenti e delicatissimi a quelli più saporiti e robusti.

Sabato a pranzo l’Orso Bruno era spossato dal freddo preso al lavoro ed io….avevo un piccolo hangover da smaltire così mi sono messa all’opera per preparare gli udon in brodo.
Gli udon  sono una tipica pasta giapponese fatta solo di farina e acqua che può essere servita in brodo in diverse maniere, io ho scelto di farli “alla luna piena”.

La scrittrice del libro da cui ho preso la ricetta spiega che gli udon in brodo “alla luna piena” ricordano l’abitudine dei giapponesi di osservare la luna piena d’autunno con particolari cerimonie; il cielo limpido e la temperature ancora miti invogliano a ritrovarsi la sera, sedendosi nei pergolati di legno delle case tradizionali consumando cibi semplici e gustosi illuminati dal chiarore di luna.

Non è una cosa meravigliosa?

L’uovo fresco che compare al centro del piatto ricorda quest’usanza (“tsuki”, luna + “mi” dal verubo “miru”, guardare).

 

Tsukimi Udon - Udon in brodo "alla luna piena"

da “Il Giappone in cucina” di Graziana Canova Tura

Porzioni: 2 persone
Autore: La Blonde Femme
Ingredienti
per gli udon
  • 200 g di farina 00
  • 90 ml di acqua
  • 5 g di sale fino
per la minestra
  • 1 porro di media grandezza
  • 6 cucchiai di salsa di soia
  • 3 cucchiai di sake
  • un cucchiaio raso di zucchero
  • 1 litro di brodo di pollo
  • 2 uova freschissime
  • pepe macinato fresco
Istruzioni
Preparare gli udon
  1. Mescolate l’acqua e il sale, unite questa salamoia alla farina e impastate brevemente.

  2. Fate riposare la pasta, avvolta nella pellicola, per una ventina di minuti.

  3. Riprendete il panetto ed impastate per altri 5 minuti, la pasta sarà dura e vi sembrerà di faticare un po' ma consideratelo un sostitutivo della palestra!

  4. Avvolgete nuovamente l’impasto nella pellicola e fatelo riposare mezzora o anche tutta la notte in frigo (così il giorno dopo avrete la pasta già pronta!)

  5. Stendete il panetto in una sfoglia di 20x20cm spessa circa 3mm con l’aiuto in un mattarello.
  6. Date una spolveratina di farina e piegate la sfoglia in 3, con un coltello affilato tagliate la sfoglia ripiegata per ricavare gli udon di larghezza 4mm circa.
  7. Smuoveteli un po' con le mani per sbrogliarli ed ecco che sono pronti!

Preparare la minestra
  1. Portate a bollore una pentola di acqua salata e fatevi cuocere gli udon per 8-10 minuti. Per darvi un’idea, sono cotti quando hanno la consistenza dei normali spaghetti.

  2. Scolateli, passateli sotto un getto di acqua fredda (è importante!) e scolateli definitivamente.
  3. Nel frattempo lavate il porro, tagliate la parte bianca in sottili fette diagonali e la parte verde in anellini.
  4. Scaldate il brodo di pollo, unite la salsa di soia, il sake e lo zucchero.
  5. Portate a bollore, unite le fette di porro bianco e spegnete il fuoco.
  6. Suddividete gli udon in due grandi ciotole, rompete un uovo al centro di ogni porzione, coprite col brodo bollente e lasciate riposare un minuto perché l’uovo si rapprenda un po’.
  7. Decorate con un po’ di anellini verdi di porro e un po’ di pepe macinato fresco, se vi piace. Servite bollente e rigeneratevi.


 

 

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4 Comments

  • la signorina pici e castagne
    5 Marzo 2014 at 14:41

    quest' estate sono andata in Australia in viaggio di nozze e già che i paesi asiatici son proprio lì sopra a due passi puoi immaginare che influenza culinaria ci sia in un luogo che di vere e proprie tradizioni in questo senso non ne ha.
    insomma in più di un mese abbiamo mangiato di tutto ed io ho fatto scorpacciate mai viste di noodles, zuppe e udon ecc ecc…..
    mi hai fatto ritornare con la mente lì, a quasi un anno fa…… che meraviglia : )))

    Reply
    • FedeB
      5 Marzo 2014 at 18:33

      Come te, sono rimasta molto affascinata dalla capacità degli australiani di assorbire culture e cucine straniere!
      Bazzico molto in blog e siti di cucina australiani e rimango d'incanto davanti a certi piatti frutto di un melting pot che a loro viene spontaneo. Dovrei diventare un po' più come loro anch'io 😀
      Il viaggio di nozze in Australia è azzeccatissimo, è una terra strepitosa!!

      Reply
  • Patty
    12 Marzo 2014 at 20:06

    Ma li hai fatti tu? Sono sconvolta….insomma, adesso devi fare i pici! Poi mi racconti 😉
    Bellissimi comunque. Un bacione, Pat

    Reply
    • FedeB
      13 Marzo 2014 at 19:56

      Gli udon sono stati una passeggiata…ora non mi resta che provare i pici, come dici tu! 🙂
      Quando vengo in Toscana in moto sono uno dei miei piatti must, li adoro!!!

      Reply

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