L’Etrusco e la Vichinga.
L’Orso Bruno ed io.
Lui capelli scuri, ben piazzato e mediterraneo.
Io occhi verdi, capelli biondi, pelle bianca.
Etrusco perché dice che il suo cognome ha radici toscane e per la precisione fiorentine.
Vichinga perché sono convinta di avere tutti i tratti tipici del nord Europa.
Lui bagno turco e sauna romana.
Io sauna finlandese come se non ci fosse un domani con tanto di bagno ghiacciato alla fine.
Lui origano.
Io aneto, che lui odia come ogni Etrusco che si rispetti, no?
Lui è riuscito a trascinarmi in moto in viaggio nell’Europa dell’Est.
Io non riesco a convincerlo a puntare verso la penisola scandinava 🙂
Cosa abbiamo in comune? Il sogno di andare in Islanda! 😀
Ma i Vichinghi sono attratti dai sapori “esotici”?
Perché io vado pazza per tutto il cibo del paesi mediterranei e mediorientali.
Ad ogni morso la mia testa parte per un viaggio in terre che immagino calde e afose, Paesi abitati da persone completamente diverse da me, gente che sa usare le spezie in modo geniale creando combinazioni da sogno.
Ogni volta che mescolo cannella, cardamomo, chiodi di garofano e l’allspice mi sento trascinata in posti lontani.
Quando aggiungo uvetta, pinoli e mandorle ad un piatto salato mi sento incredibilmente temeraria e mi stupisco di come tutto si combini bene assieme.
Chi mi ha presa per mano e mi ha insegnato qualcosa di questa variopinta cucina “esotica” è Yotam Ottolenghi.
Quando ho comprato, più di un anno fa, il suo libro sono rimasta subito affascinata dalla copertina in tessuto…ma la vera sorpresa era all’interno!
Una serie di ricette bellissime, perfette, precise al grammo e buone da morire.
L’innamoramento per questo libro è stato istantaneo.
JERUSALEM è senza ombra di dubbio il libro da me più sperimentato!
E proprio da Jerusalem arriva questa torta che ho rifatto 2 volte in 12 ore perché…è finita troppo in fretta!
Questo dolce è diffuso in Medio Oriente, ogni cuoco o pasticcere ne ha una sua versione: c’è chi mette il cocco, chi lo yogurt, chi fa lo sciroppo agli agrumi e chi ci mette l’acqua di fiori d’arancio.
Quello che conquista è il suo insieme di sapori, ognuno percepibile singolarmente, e la sua texture sciropposa al punto giusto.
E con punto giusto intendo che alla fine ci si lecca lo sciroppo rimasto sulle dita: che libidine!
- 180 ml di olio di semi di girasole
- 240 ml di succo d'arancia
- 160 g di marmellata di arancia
- 4 uova medie
- buccia grattugiata di un'arancia
- 70 g di zucchero semolato
- 70 g di cocco grattugiato
- 90 g di farina tipo 00
- 180 g di semolino
- 2 cucchiai di mandorle macinate (farina di mandorle)
- 2 cucchiaini di lievito per torte
- 200 g di zucchero semolato
- 140 ml di acqua
- 1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio
- yogurt greco
- una goccia di acqua di fiori d'arancio
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Pre-riscaldate il forno a 180°C.
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Mescolate assieme l'olio, il succo d'arancia, la marmellata, le uova e la scorza d'arancia finché la marmellata di dissolve.
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In un'altra ciotola mescolate tutti gli ingredienti asciutti e aggiungeteli agli ingredienti liquidi. Mescolate finché il composto è omogeneo, la consistenza sarà abbastanza liquida.
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Coprite di carta forno lo stampo da plumcake e versateci l'impasto.
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Infornate da 60 a 70 minuti, finché la superficie del dolce si colora di un bel bruno-aranciato. Se fate la prova dello stuzzicadenti, deve uscire asciutto.
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Verso la fine del tempo di cottura cominciate a preparare lo sciroppo: mettete tutti gli ingredienti in un pentolino, portateli a bollore e infine togliete dal fuoco.
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Appena tirate fuori la torta dal forno cominciate a pennellarla generosamente con lo sciroppo, tenendola nello stampo; dovrete farlo in più volte facendo assorbire lo sciroppo per un paio di minuti prima di metterne ancora.
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Assicuratevi che tutto lo sciroppo sia ben assorbito e quando la torta è tiepida potrete toglierla dallo stampo e farla raffreddare completamente.
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Servite con lo yogurt greco aromatizzato con una goccia di acqua di fiori d'arancio.
- L'acqua di fiori d'arancio o si ama o si odia! Se la usate per la prima volta vi consiglio di metterne un cucchiaino (invece che un cucchiaio) nello sciroppo.
- Avendo fatto questa torta ormai parecchie volte, se vi scoccia miscelare gli ingredienti secchi a parte, vi consiglio di mettere tutto nella stessa terrina e via!
- Una delle tante fette che ho mangiato l'ho accompagnata con un tè meraviglioso che è il Tea Darjeeling Longview, una combinazione da sogno! E' comunque ottima con qualsiasi tè nero poco zuccherato o amaro.
- Dura almeno 5 giorni, copritela con un po' di pellicola per mantenerla umida e morbida.
18 Comments
Francy BurroeZucchero
10 Novembre 2014 at 8:37Bertuzziiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!! senti, Vichinga mia, sei un portento, altrochè! Ti posso chiamare Viki il Vikingo? 🙂 uno dei miei cartoni preferiti!!!! sei straordinaria, tiri fuori delle ricette di assoulta bontà, di spessore, di gusto come quelle di Ottolenghi con una facilità disarmante 🙂 e guarda caso, cosa più unica che rara io sforno torte un giorno sì e uno pure e… tadaaaaahhh ho tutti gli ingredienti di questa!! faccio faccio faccio!! e grazie! smuack!
FedeB
10 Novembre 2014 at 23:08Ma che cartone è Viki il Vikingo?!?!?! ahahahah 😀
Anch'io sforno torte in continuazione, per colazioni solo biscotti o torte fatte in casa…salvo qualche Bucaneve d'emergenza 😀
Fammi sapere eh!!! 🙂
FedeB
10 Novembre 2014 at 23:12E come dicevo alla Mapi, assaggiala tiepida e ancora colante di sciroppo…è da svenire!!!!
Araba Felice
10 Novembre 2014 at 9:39Essere complementari, non uguali, è il segreto della fortuna di una coppia, secondo me 🙂
QUanto al dolce, è stupendo e l'hai interpretato benissimo. Ancora grazie.
FedeB
10 Novembre 2014 at 23:09Hai ragione! Complementarità e….vagonate di sopportazione reciproca!!! 😀
La Gaia Celiaca
10 Novembre 2014 at 12:28ellodicevo (su FB) che era jerusalem!!!
bellissima la tua realizzazione di questa torta, oramai sei amica per la pelle di ottolenghi 🙂
il marito orso bruno mi fa morire. tu vichinga pure. il post era molto divertente.
e grazie di partecipare in modo sempre così competente!
FedeB
10 Novembre 2014 at 23:10E infatti mi ha scoperta subito!!! :))
Grazie a te di essere passata e di aver letto i miei sproloqui!!! :))
๓คקเ
10 Novembre 2014 at 12:47Ma che meraviglia, Fede!!!
Anche io mi sono innamorata all'istante di Ottolenghi, Jerusalem è tra i miei libri di cucina preferiti e quando ho voglia di qualcosa di speziato è il libro che apro per trovare l'ispirazione, anzi… ogni volta che lo apro ho poi l'imbarazzo della scelta e mi segno un sacco di ricette.
Splendida torta, molto ben descritta e ben riuscita e che, manco a dirlo, mi ha fatto venire una gran voglia di prepararla.
Un beso!
FedeB
10 Novembre 2014 at 23:12Mapi!! E' così semplice che è un peccato non farla! 🙂
Vale la pena soprattutto per quello che chiamo "il boccone segreto del cuoco": una fetta ancora tiepida e grondante di sciroppo…Mapi, da svenire!! 🙂
Francesca Frankie
10 Novembre 2014 at 13:40Brava Fede! quel libro è stupendo!
secondo me l'etrusco e la vichinga formano una coppia fantastica!!
FedeB
10 Novembre 2014 at 23:13Frankie!! Amo quel libro! E' pieno zeppo di ispirazioni!
E grazie!!!!! :)))
Giulia
10 Novembre 2014 at 14:46Stupenda! Mi sembra quasi di sentirne il profumo. D'altra parte Ottolenghi è una garanzia.
Purtroppo non ho tutti gli ingredienti in casa, se no la proverei già 'sta sera stessa…in ogni caso non attenderà a lungo, te lo assicuro!
FedeB
10 Novembre 2014 at 23:14Ottolenghi è davvero da metterci la mano sul fuoco!
Sempre perfetto e sempre all'altezza delle aspettative!
Falla al più presto questa torta, è da mille e una notte!
Cucina Teorica
10 Novembre 2014 at 19:32Ottolenghi non sbaglia un colpo! Ho già fatto alcune ricette e devo dire che mi è piaciuto tutto. E' un pò che punto questa torta di semolino che ho visto dalle starbookers ed è già nella lista (ormai lunghissima!) di ricette da fare!!
In Islanda ho fatto una toccata e fuga, ma spero di poterci tornare un giorno e immergermi nelle sue atmosfere fatate
Ciao Isabel
FedeB
10 Novembre 2014 at 23:15Ciao Isabel!!!
Non vedo l'ora di poter mettere piede in Islanda, una terra ancora così selvaggia che mi affascina da morire!
La torta merita di essere messa in cima alla lista!! Provala il più presto possibile!! :))
Donatella Bartolomei
11 Novembre 2014 at 7:57ecco adesso devo comperare anche questo libro….ci vediamo a Parma
Monica Giustina
11 Novembre 2014 at 9:32E' in wishlist da qualche tempo, a questo punto credo che sia giunta l'ora di acquistarlo! Questa torta, cake o che dir si voglia è invitante e piena di profumi, che mi attraggono sempre in cucina.
Spesso mi ritrovo anche io di fronte al mio 'doppio', pesando differenze ed uguaglianze, poi per fortuna ci ritroviamo insieme ad amare il buon cibo, spezia più spezia meno, e tutto ritorna in equilibrio.
Giulietta | Alterkitchen
11 Novembre 2014 at 16:34Anche per me in wish list da un po', questa ricetta.. fra le mille di cui mi sono innamorata dal Natale scorso, quando l'ho stretto per la prima volta fra le mani, abbandonandomi alle foto di Gerusalemme e a quei sapori che adoro. Prima o poi la proverò…
Anche noi complementari.. ma al contrario, io la Mediterranea (puntata alla Francia, però, visto che mi piglian per francese un giorno ogni due), lui il Normanno.. ma alla fine è bello così, no?! Altrimenti sai che noia?!